giovedì, gennaio 27, 2011

Relazione Commissione Ue 19 gennaio 2011 Rapporto sulla strategia tematica in materia di prevenzione e riciclaggio di rifiuti - Testo in inglese

REPORT FROM THE COMMISSION TO THE EUROPEAN PARLIAMENT, THE COUNCIL, THE EUROPEAN ECONOMIC AND SOCIAL COMMITTEE AND THE COMMITTEE OF THE REGIONS
on the Thematic Strategy on the Prevention and Recycling of Waste


Vi invito a scaricare la Relazione della Commissione Ue del 19 gennaio 2011 "Rapporto sulla strategia tematica in materia di prevenzione e riciclaggio di rifiuti" - Testo in inglese

Scarica il "Report on the Thematic Strategy on the Prevention and Recycling of Waste"

giovedì, gennaio 20, 2011

Prevenzione e riciclaggio dei rifiuti: la relazione dell'Ue sulla strategia tematica

di Eleonora Santucci tratto da greenreport

La strategia europea tematica sulla prevenzione e il riciclaggio dei rifiuti adottata nel 2005, stabilisce per l'Ue un obiettivo di lungo termine, cioè diventare una società fondata sul riciclaggio, che cerca di evitare la produzione di rifiuti e utilizza i rifiuti come risorsa. (Non a caso la strategia descrive le principali iniziative finalizzate ad aggiornare il quadro normativo in vigore e a promuovere la prevenzione, il riutilizzo e il riciclaggio dei rifiuti, lasciando lo smaltimento come ultima opzione).

Ma, nonostante siano stati compiuti progressi significativi su diversi fronti, siano migliorati i tassi di riciclaggio, siano diminuiti i conferimenti in discarica e siano stati ridotti gli usi di sostanze pericolose in alcuni flussi di rifiuti, la produzione di rifiuti è in aumento perché i consumi aumentano.

Lo afferma la Commissione europea nella sua relazione (inviata al parlamento europeo, al consiglio, al comitato economico e sociale europeo e al comitato delle regioni) sulla strategia tematica sulla prevenzione e il riciclaggio dei rifiuti. Una relazione che esamina i progressi compiuti verso la realizzazione degli obiettivi della strategia, che sottolinea che cosa può essere ancora fatto per affrontare la situazione.

La Commissione suggerisce di adottare nuove iniziative, anche complementari, perché in loro assenza verrà persa l'opportunità di ridurre le emissioni di gas a effetto serra e l'impatto ambientale in generale, di creare posti di lavoro e di soddisfare la futura domanda di risorse.

Segnala la necessità di compiere sforzi continui per migliorare la base di conoscenze sia dal punto di vista degli indicatori (nuovi indicatori per valutare i progressi verso una società fondata sul riciclaggio e per elaborare una mappa dei flussi di rifiuti e materiali e dei flussi di risorse) sia dal punto di vista delle informazioni (migliori informazioni e previsioni delle ripercussioni sull'ambiente e sulla salute delle politiche in materia di rifiuti basate sul ciclo di vita, con particolare riguardo per le politiche riguardanti le risorse e il clima).

Raccomanda la corretta attuazione e applicazione della direttiva quadro sui rifiuti e del regolamento sulle spedizioni di rifiuti. A tal proposito, sarà elaborata una procedura di verifica proattiva, associata a un sistema di allarme rapido che garantisca il rispetto degli obiettivi fondamentali dell'Ue, sulla base dei piani nazionali di gestione dei rifiuti. E inoltre, la Commissione adotterà misure volte a sostenere maggiormente le politiche nazionali di prevenzione dei rifiuti, compresa la riduzione dei rifiuti organici e dei rifiuti alimentari.

Inoltre la Commissione parla della necessaria promozione di una combinazione ottimale di strumenti economici e normativi (in particolare introducendo divieti di smaltimento in discarica e applicando il concetto di responsabilità del produttore ad altri flussi di rifiuti, sulla base di un approccio comune europeo) e del rafforzamento della competitività delle industrie del riciclaggio dell'Ue ai fini della creazione di posti di lavoro .

La Commissione studierà inoltre come migliorare le attività di prevenzione dell'esportazione illegale di rifiuti e come garantire che i rifiuti esportati verso paesi terzi siano trattati in impianti che rispondano a criteri rigorosi, soprattutto per quanto riguarda la demolizione delle navi.

E non dimentica di trattare la coerenza tra le politiche in materia di rifiuti e di progettazione dei prodotti, incluso l'esame di norme riguardanti l'incorporazione di un contenuto minimo di materiali riciclati nei prodotti prioritari, la riciclabilità e la durata dei prodotti e la riduzione dell'impiego di sostanze pericolose.

Dato che le politiche in materia di rifiuti possono contribuire allo sviluppo dei mercati delle materie prime secondarie e rafforzarne l'offerta nell'UE, migliorando così l'efficienza nell'impiego delle risorse dell'economia dell'Unione, l'Ue si ripropone di studiare nuovi meccanismi di mercato in grado di favorire le materie prime secondarie (compresi gli incentivi economici, in particolare per tenere conto in modo più adeguato del significativo potenziale offerto dal riciclaggio per quanto riguarda la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra)

La titolarita' delle funzioni nella gestione del ciclo dei rifiuti

Roma, 25 gennaio 2011
Avvocatura Generale dello Stato - Sala Vanvitelli
(Via dei Portoghesi, 12)

Al convegno sono previsti interventi di Avvocati dello Stato, rappresentanti dell’Autorità Garante per la Concorrenza ed il Mercato e di docenti di diritto costituzionale che si confronteranno su un tema di grande attualità che coinvolge uno degli aspetti più delicati del governo dei rifiuti.

Per partecipare è necessario compilare il modulo di iscrizione cliccando qui entro e non oltre il 24 gennaio p.v.

Programma
ore 9.30 Registrazione dei partecipanti
ore 10.00 Aprono i lavori

Ignazio Francesco Caramazza - Avvocato Generale dello Stato
Daniele Clarke - Vice Presidente Federambiente e Presidente AMA Spa

Processi industriali e criticità giuridiche

Filippo Brandolini - Vice Presidente Federambiente e Presidente Hera Ambiente Spa

modera

Sergio Galimberti
- Vice Presidente Federambiente e Presidente AMSA Spa

intervengono

Federico Sorrentino - Professore Ordinario di Diritto Costituzionale Università degli Studi di Roma “Sapienza”
Giuseppe Fiengo - Avvocato dello Stato
Italo Volpe - Ministero dell'Economia e delle Finanze, Capo Ufficio legislativo Finanze
Sergio De Felice - Consigliere di Stato
Antonio Catricalà - Presidente Autorità Garantedella Concorrenza e del Mercato

conclusioni

Daniele Fortini
- Presidente Federambiente

ore 12.30 Sessione riservata ai Delegati

mercoledì, gennaio 19, 2011

7.500 ton di plastica dagli elettrodomestici


Il Consorzio Italiano di Recupero e Riciclaggio degli Elettrodomestici (Ecodom) ha trattato nel 2010 poco meno di 90mila tonnellate tonnellate tra frigoriferi, condizionatori, scalda-acqua, lavatrici, lavastoviglie, forni e cappe, pari a oltre il 36% di tutti i RAEE (Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche) gestiti sull’intero territorio nazionale. Rispetto al 2009 si tratta di un incremento del 17%.

Dagli elettrodomestici a fine vita il consorzio ha recuperato circa 7.500 tonnellate di materie plastiche, oltre a 58mila ton di ferro, 1.600 ton di rame e 2.900 ton di alluminio. Secondo i dati elaborati da Ecodom, utilizzare le materie seconde ottenute dal riciclo di 89.100 tonnellate di RAEE comporta un risparmio energetico di circa 181 milioni di kWh rispetto a quanto occorrerebbe per ottenere le stesse quantità di materie prime “vergini”.

“Siamo molto soddisfatti dei risultati operativi del 2010 – ha dichiarato Giorgio Arienti, Direttore Generale di Ecodom – Questi risultati sono certamente frutto della collaborazione tra il Consorzio, i Comuni, gli Enti che effettuano la raccolta e gli impianti specializzati nel trattamento dei RAEE, ma soprattutto sono merito dei cittadini italiani, che stanno diventando sempre più consapevoli dell’importanza del riciclo dei rifiuti elettrici ed elettronici”.

Fonte: Polimerica

martedì, gennaio 18, 2011

Batterie e relativi rifiuti, upgrade Dlgs 188/2008 in arrivo

a cura di "Redazione Reteambiente"

Comunicazione annuale alle Camere di Commercio dei dati relativi alle batterie messe in commercio per i produttori, obbligo di iscrizione presso i medesimi uffici per i sistemi di gestione dei relativi rifiuti.

Questi gli adempimenti previsti dallo schema di decreto legislativo di revisione del Dlgs 188/2008 approvato in via preliminare dal Consiglio dei Ministri il 13 dicembre 2010 ed ora al vaglio delle competenti commissioni parlamentari per il necessario parere.

Il decreto in corso di approvazione inserisce nel Dlgs 188/2008 anche la deroga di matrice comunitaria (ex direttiva 2008/103/Ce) che consente di continuare commercializzazione delle batterie non più rispondenti ai requisiti della direttiva 2006/66/Ce immesse sul mercato prima del 18 dicembre 2008.

Fonte: reteambiente.it

Sistri, è proroga al giugno 2011

di Vincenzo Dragani - reteambiente.it

Slitta al 1° giugno 2011 l'inizio dell’effettiva operatività del Sistri. È quanto prevede il nuovo Dm Ambiente 22 dicembre 2010, pubblicato sulla Gu del 28 dicembre 2010 ed in vigore dal medesimo giorno.

Il nuovo decreto ha sancito lo spostamento al 31 maggio 2011 dell’obbligo previsto dal Dm Ambiente 17 dicembre 2009 di continuare a usare registri e formulari cartacei ex Dlgs 152/2006, allungando così il periodo di transizione dal vecchio (e cartaceo) regime al nuovo (e dematerializzato) sistema di tracciamento telematico della gestione dei rifiuti.

Il Dm Ambiente 22 dicembre 2010 ha inoltre stabilito lo spostamento del termine ultimo (in scadenza il 31 dicembre 2010) per la dichiarazione che produttori, smaltitori e recuperatori di rifiuti devono inviare al MinAmbiente in relazione ai rifiuti gestiti "ante Sistri", rinviando tale scadenza al 30 aprile 2011 per le informazioni relative all'anno 2010 ed al 31 dicembre 2011 per le informazioni relative al 2011

Fonte: reteambiente.it

mercoledì, gennaio 12, 2011

La prevenzione della produzione dei rifiuti nel nuovo codice ambientale

di Eleonora Santucci
tratto da greenreport.it

Il Dlgs 205/2010 che recepisce la Direttiva europea 2008/98 e modifica la parte IV del cosiddetto Testo unico ambientale (Dlgs 152/06) introduce una serie di novità che riguardano la gerarchia della gestione dei rifiuti. Una gerarchia che se pur riconfermata, nel'individuare nell'ordine la prevenzione, riciclo, recupero e smaltimento viene innovata con l'inserimento del principio del "ciclo di vita" dei rifiuti che rende possibile in certi casi, discostarsi dall'ordine di priorità. Le novità riguardano anche l'introduzione della definizione di preparazione al riutilizzo e la previsione di nuove disposizioni che riguardano direttamente il principio di prevenzione (primo "step" della gerarchia).

Una corretta gestione dei rifiuti dovrebbe, infatti, passare in primo luogo attraverso la politica di prevenzione della produzione dei rifiuti, in secondo luogo attraverso la preparazione per riutilizzo (ossia le "operazioni di controllo, pulizia, smontaggio e riparazione attraverso cui i prodotti o i componenti di prodotti diventati rifiuti sono preparati in modo da poter essere reimpiegati senza altro pretrattamento"), in terzo attraverso il riciclaggio (ossia "qualsiasi operazione di recupero attraverso cui i rifiuti sono trattati per ottenere prodotti, materiali o sostanze da utilizzare per la loro funzione originaria o per altri fini."), in quarto attraverso il recupero di altro tipo, per esempio il recupero di energia ed in ultima istanza attraverso lo smaltimento.

Per quanto riguarda la prevenzione della produzione dei rifiuti il legislatore oltre a introdurre il programma nazionale di prevenzione che deve essere varato e adottato dal Ministero dell'ambiente entro il dicembre 2013 (che a ben vedere rischia di essere un "libro dei sogni" colmo di buoni principi senza riscontro pratico) punta il dito sulla prevenzione quantitativa e qualitativa affermando e chiamando in causa la responsabilità del produttore.

Inserisce quindi un nuovo articolo "Responsabilità estesa dei produttori" (articolo 178-bis) con l'intento di rafforzare la prevenzione e facilitare l'utilizzo efficiente delle risorse durante l'intero ciclo di vita comprese le fasi di riutilizzo, riciclaggio e recupero dei rifiuti, evitando di compromettere la libera circolazione delle merci sul mercato.

Prevede inoltre la possibilità da parte del Ministero dell'Ambiente di poter adottare - con uno o più decreti aventi natura regolamentare - le modalità e i criteri di introduzione della responsabilità estesa del produttore del prodotto. Il produttore è inteso come "qualsiasi persona fisica o giuridica che professionalmente sviluppi, fabbrichi, trasformi, tratti, venda o importi prodotti, nell'organizzazione del sistema di gestione dei rifiuti, e nell'accettazione dei prodotti restituiti e dei rifiuti che restano dopo il loro utilizzo".

Ai medesimi fini potranno anche essere adottate - con uno o più decreti del Ministro dell'Ambiente con il Ministero dello Sviluppo Economico - le modalità e i criteri di gestione dei rifiuti e della relativa responsabilità finanziaria dei produttori del prodotto. Potranno essere indicate le modalità di pubblicizzazione delle informazioni relative alla misura in cui il prodotto è riutilizzabile e riciclabile; i criteri della progettazione dei prodotti volta a ridurre i loro impatti ambientali e a diminuire o eliminare i rifiuti durante la produzione e il successivo utilizzo dei prodotti.

Così come potranno essere enunciati i criteri volti a favorire e incoraggiare lo sviluppo, la produzione e la commercializzazione di prodotti adatti all'uso multiplo, tecnicamente durevoli, e che, dopo essere diventati rifiuti, sono adatti a un recupero adeguato e sicuro e a uno smaltimento compatibile con l'ambiente.

In definitiva la nuova disposizione risulta quasi una petizione di principio che coinvolge gli stessi produttori e tutto il mondo industriale, che non sembrano ancora così pronti a scommettere fermamente su innovazione tecnologica di processo e di prodotto e che nei fatti sono invitati ma non obbligati a farlo da queste norme. Una progettazione ecosostenibile che introduce criteri e tecnologie nell'intento di migliorare le prestazioni ambientali nel corso dell'intero ciclo di vita di un prodotto che va dalla limitazione del consumo o la sostituzione di materie prime in fase di costruzione, al pensare ad un suo più facile smontaggio e riciclo fino allo smaltimento del prodotto, andrebbe quantomeno incentivata. Mentre non si intravedono strumenti in tal senso nel testo in esame e per questo il rischio è quello di incontrare la classica e consueta resistenza da parte del sistema introduttivo.

Del resto l'integrazione degli aspetti ambientali nelle caratteristiche del prodotto sin dalla loro concezione si riallaccia da un lato agli sviluppi della politica integrata relativa ai prodotti e dall'altro alle tre dimensioni economica, sociale e ambientale, della sostenibilità dei prodotti. Cosa che in Italia sembra un po' mancare.

Potremmo dunque definire il nuovo articolo come un compromesso fra il libero mercato e l'ambiente. Dove però quando il mercato è in difficoltà e l'economia vacilla, l'ambiente soccombe

Piatti e bicchieri monouso in plastica: parte la raccolta differenziata

Fonte Corepla "E' definitivamente confermata l'estensione della raccolta differenziata ai piatti e ai bicchieri monouso in p...