domenica, febbraio 27, 2011

Bilancio Ambientale del Comune di Ferrara


Il Bilancio Ambientale del Comune di Ferrara è stato rinnovato nella sua struttura dall’Assessorato all’Ambiente, in collaborazione con la IV Commissione Consiliare Ambiente; uscirà pertanto a breve con una nuova veste.

La nuova articolazione è la seguente:
  • presentazione annuale in forma consuntiva,
  • una parte iniziale inerente gli obiettivi programmatici della amministrazione,
  • le aree di competenza strettamente ambientali (il compito di approfondire gli aspetti sociali ed economici è delegato agli strumenti di rendicontazione già in uso dall’Ente),
  • i dati monetari di interesse per il territorio e l’Amministrazione,
  • un allegato con i dati fisici e gli indicatori selezionati come rappresentativi, affidabili e precisi,
  • un approfondimento annuale su di un argomento specifico,
  • alcune parti descrittive che rendano più semplice la lettura dei dati.
Le modifiche alla struttura del Bilancio Ambientale sono state approvate in Giunta Comunale il 21 dicembre 2010. L’apporto di tutti quanti hanno partecipato alla prima fase di ristrutturazione del Bilancio ambientale è stato significativo, ma altrettanto importante è il contributo che possono dare coloro che, esternamente o internamente all’Amministrazione, hanno utilizzato o utilizzeranno il Bilancio come strumento di informazione, approfondimento e conoscenza.
È per questo motivo che lo schema di Bilancio ambientale è disponibile alla consultazione e al confronto fino al 28 febbraio 2011. Gli spunti e le osservazioni presentate, saranno, di volta in volta, valutate nel merito dal gruppo di lavoro.

Scarica:

Si precisa che oggetto della consultazione è la struttura del bilancio e non le informazioni contenute nei documenti, che sono da ritenersi provvisorie ed esemplificative, utili solamente alla comprensione della nuova struttura.

Invia le tue osservazioni all’indirizzo agenda21@comune.fe.it, utilizzando il Modulo scaricabile (File Word, 116 kb)

Per approfondimenti: http://servizi.comune.fe.it/index.phtml?id=4160


Ue: tre consultazioni pubbliche su efficienza delle risorse, vertice Rio+20 e bioeconomia

La Commissione europea ha dato il via oggi a due consultazioni online riguardanti «Le diverse opzioni strategiche che potrebbero favorire il passaggio a un uso più efficace delle risorse naturali nell'economia europea e alla posizione che l'Ue adotterà in occasione della conferenza delle Nazioni Unite sullo sviluppo sostenibile a Rio de Janeiro nel 2012». La Commissione ha anche avviato una consultazione «Per raccogliere pareri in merito alla bioeconomia per l'Europa, correlata alle due precedenti in quanto comprende anche aspetti legati all'uso efficiente delle risorse». Le consultazioni termineranno a metà aprile.

In una nota la Commissione spiega che i risultati della prima consultazione, (in inglese, francese e tedesco) che rimarrà aperta fino al 17 aprile, sono incentrati sull' efficienza delle risorse e «Serviranno per definire il calendario, previsto per l'estate 2011, delle azioni da intraprendere in questo campo in Europa.

I partecipanti sono chiamati ad esprimere pareri su tre tematiche: aspetti generali legati all'uso e alla scarsità delle risorse, agli ostacoli attuali e agli aspetti che destano particolare preoccupazione; aree strategiche che potrebbero essere inserite nel calendario d'azione e infine opinioni su come stimolare i singoli cittadini a cambiare i propri comportamenti. Attraverso 22 domande la Commissione mira a raccogliere opinioni provenienti da pubbliche autorità, settore privato, parti in causa attive nel settore dell'ambiente e cittadini interessati».

Il 26 gennaio la Commissione ha adottato la comunicazione su un'Europa efficiente nell'impiego delle risorse, un'iniziativa guida nell'ambito della strategia Europa 2020 per la crescita e l'occupazione, «Che traccia lo scenario per numerose iniziative della Commissione (tra cui il calendario d'azione) previste per il 2011 e il 2012».

La seconda consultazione costituita da 13 domande aperte (in inglese), sarà online fino a metà aprile e «concorrerà a definire la posizione dell'Ue alla conferenza delle Nazioni Unite sullo sviluppo sostenibile che si terrà nel 2012. La conferenza, nota anche come Rio+20 in quanto coincide con il ventesimo anniversario del vertice sulla Terra di Rio de Janeiro del 1992, è intesa a rinnovare l'impegno politico per lo sviluppo sostenibile e sarà l'occasione per valutare i progressi fatti, individuare le carenze nel rispetto degli impegni assunti e affrontare le sfide emergenti, con particolare riguardo a due temi principali: "un'economia verde nel contesto dello sviluppo sostenibile e dell'eliminazione della povertà" e "il quadro istituzionale per lo sviluppo sostenibile"».

Le riposte confluiranno in una comunicazione sulla posizione dell'Ue che dovrebbe essere pubblicata entro la prossima primavera, nonché per successive discussioni con le altre istituzioni europee. «I contributi possono essere inviati da tutte le parti interessate, nell'Ue come nei paesi terzi - spiega la Commissione - rispondendo a tutte o ad alcune delle domande poste. Una volta valutate le risposte, sul sito web della direzione generale dell'Ambiente sarà pubblicata una relazione sulla consultazione».

La direzione generale ricerca e innovazione ha lanciato una consultazione sul rendimento energetico e ad altri aspetti della strategia Europa 2020, «Incentrata sullo stato attuale e sul futuro potenziale di una bioeconomia in Europa. Oltre ad affrontare le problematiche relative all'efficienza delle risorse, i quesiti della consultazione riguardano la capacità potenziale della bioeconomia di stimolare l'innovazione e contribuire a risolvere problematiche sociali. Sulla base dei risultati saranno definiti la strategia europea e il piano d'azione dell'UE verso una bioeconomia sostenibile entro il 2020»

Fonte: greenreport

Le nuove frontiere del riciclo

L'Istituto per la promozione delle plastiche da riciclo, IPPR, organizza il 27 aprile a Milano, presso la Sala conferenze “Giulio Natta” del Politecnico il convegno: “In cammino verso la società del riciclo: il ruolo delle materie plastiche tra verità emergenti, attacchi e nuove frontiere”. Sarà l'occasione per un confronto tra mondo accademico, industria e associazioni ambientaliste su uno degli aspetti più promettenti della sostenibilità ambientale, quello del recupero e riutilizzo dei componenti in plastica.

Nel corso dell'incontro si parlerà di materiali compositi, sacchetti per la spesa, posate usa-e-getta e imballaggi alimentari in plastica riciclata.

Programma

10.00: Apertura dei lavori e introduzione (Enrico Maria Chialchia, IPPR).
10.10: La plastica e le buone pratiche secondo Legambiente (Andrea Poggio, Legambiente).
10.30: La sostenibilità ambientale delle materie plastiche (Giovanni Camino, Politecnico di Torino).
10.55: I nuovi materiali: il riciclo dei materiali compositi (Roberto Frassine, Politecnico di Milano).
11.15: Coffee Break.
11.30: Le plastiche da riciclo nella produzione di shopper in polietilene (Roberto De Agostini, Demiplast).
11.50: Le stoviglie in plastica e l’esperienza “da cosa nasce cosa” (Marco Omboni, ISAP Packaging).
12.10: La nuova frontiera: Le plastiche da riciclo nel food contact (Riccardo Pianesani, ILIP).
12.30: Tavola Rotonda.
13.00: Conclusioni.

martedì, febbraio 08, 2011

Politica regionale UE - Europa 2020: come realizzare l'obiettivo della crescita sostenibile

“Efficienza delle risorse” della strategia Europa 2020, sottolinea il ruolo chiave che la politica regionale puo avere nel garantire gli obiettivi dell'UE in questo settore. Le priorita comprendono tre aree: l'efficienza energetica, le energie rinnovabili e i trasporti a basso impatto ambientale; la tutela dell'ambiente naturale (servizi ecosistemici), la biodiversita, l'adattamento ai cambiamenti climatici, quali lo screening per la resistenza al clima e la prevenzione delle catastrofi naturali; l'eco- innovazione attraverso le TIC e i "cluster verdi". La Commissione consiglia, inoltre, agli enti locali di concentrare gli investimenti nell'efficienza energetica e negli appalti pubblici verdi. Il documento della Commissione invita gli Stati membri e le autorita regionali e locali, che gestiscono i programmi di finanziamento, a fare pieno uso dei fondi disponibili e a prepararsi per il prossimo periodo finanziario in cui Europa 2020 sara un tema centrale del Fondo di coesione. Attualmente il bilancio della politica di coesione e dotato di 105 miliardi EUR.

La comunicazione comprende le seguenti raccomandazioni:

  • le regioni e le citta dovrebbero accelerare gli investimenti nelle energie rinnovabili e nell'efficienza energetica negli edifici;
  • le autorita di gestione dovrebbero dare priorita ai progetti che migliorano l'efficienza dei trasporti;
  • le autorita di gestione dovrebbero investire nel capitale naturale e utilizzare i finanziamenti per la prevenzione dei rischi naturali e dare la priorita alle "infrastrutture verdi";
  • le autorita dovrebbero fornire un maggiore sostegno all'innovazione ecologica, ai cluster e alle tecnologie dell'informazione e della comunicazione (TIC);
  • i programmi comunitari dovrebbero essere sottoposti allo screening per la loro resistenza al clima e ai cambiamenti climatici, temi che devono essere affrontati nella fase di pianificazione territoriale, in particolare nei settori legati al mare o ai bacini fluviali;
  • la preferenza sara data a progetti che aumentano l'efficienza nel riuso delle acque, nella prevenzione e del riciclo;
  • gli enti locali dovrebbero sfruttare metodi innovativi come 'gli appalti pubblici verdi'. Questo significa che le considerazioni ambientali e sociali dovrebbero essere prese in considerazione nelle procedure di acquisto;
  • le regioni sono incoraggiate a sviluppare maggiori sinergie tra le loro politiche regionali e gli altri strumenti comunitari, come il programma quadro di ricerca, la politica di sviluppo rurale, il Programma Competitivita e Innovazione e il Patto dei Sindaci, per massimizzare il loro impatto;
  • la prossima generazione di programmi dovranno porre maggiore attenzione agli investimenti verdi e alle questioni ambientali ampliando la rete dei soggetti interessati.

Nel breve termine, gli Stati membri sono invitati, se necessario, a riallineare le loro spese secondo la politica di coesione, i programmi per l'incremento dell'efficienza delle risorse e un'economia a basse emissioni.

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venerdì, febbraio 04, 2011

Il Parlamento Ue all'Italia: «Rispettare le regole europee e risolvere la crisi dei rifiuti in Campania»

Il Parlamento europeo ha approvando con 374 voti a favore, 208 contrari e 38 astensioni la risoluzione presentata da Socialisti e Democratici, Alda, Verdi/Ale e Sinistra europea che critica la decisione di aprire discariche in aree protette e ribadisce che «L'Italia deve rispettare la legislazione comunitaria sulla gestione dei rifiuti urbani senza ritardi, migliorare la trasparenza delle procedure per contrastare il coinvolgimento del crimine organizzato e ricostruire uno stato di fiducia con le popolazioni locali».

Per la maggioranza del Parlamento europeo «I progressi compiuti fin'ora nella riduzione dei rifiuti e nel riciclaggio sono "minimi"» e quindi l'Europa chiede al governo italiano «Di assicurare il rispetto delle regole comunitarie entro i termini di osservanza stabiliti dalla Commissione, la quale dovrebbe monitorare gli sviluppi della situazione e, nel caso fosse necessario, imporre sanzioni pecuniarie per assicurare che le autorità campane ottemperino ai propri doveri».

I fondi strutturali bloccati dalla Commissione europea saranno liberati «Non appena il piano della gestione dei rifiuti sarà effettivamente conforme alle norme Ue».

Una nota del Parlamento europeo ricorda che «Attualmente, un piano di gestione dei rifiuti presentato dalle autorità italiane è sotto l'esame della Commissione che ne sta verificando la conformità al diritto comunitario, in particolare per la questione della gerarchia del trattamento e la sicurezza delle discariche».

Gli eurodeputati sono preoccupati anche per il ruolo svolto dalla criminalità organizzata che approfitta della mancanza di trasparenza nel ciclo dei rifiuti (oltre che della carenza degli impianti e di una legislazione che complica la vita anche a chi vuole rispettare la legge alla virgola..., ndr) ed evidenziano che le misure straordinarie del governo italiano «Per derogare alle regole sulle valutazioni d'impatto ambientale e sugli appalti pubblici per nominare commissari straordinari per prendere decisioni senza consultare o informare le autorità locali sono considerate da gran parte della popolazione come parte del problema, per l'insita mancanza di trasparenza e di vigilanza istituzionale. Ciò ha facilitato una maggiore presenza della criminalità organizzata. Tali misure d'emergenza sono state tuttavia cancellate dal governo italiano nel dicembre del 2009, restituendo cosi alle autorità locali i poteri di gestione dei rifiuti».

Gli europarlamentari stigmatizzano anche la decisione di aprire discariche in aree protette all'interno del Parco nazionale del Vesuvio, come a Terzigno, e si oppongono anche a un suo eventuale allargamento, sottolineando anche «Il sostegno alla decisione di non aprire una seconda discarica a Terzigno, nel sito di Cava Vitiello».

Secondo il Parlamento europeo «Le autorità italiane non hanno mostrato sufficiente attenzione alle proteste contro la localizzazione dei siti di raccolta e di smaltimento», per questo gli eurodeputati chiedono di «Ricostruire un clima di fiducia dialogando e coinvolgendo le popolazioni locali».

Per Margrete Auken, deputata europea e componente della delegazione della commissione petizioni che si é recata in Campania lo scorso aprile e Monica Frassoni, Presidente del Partito Verde europeo che ha visitato in molteplici occasioni le zone più toccate dal disastro dei rifiuti, «Questa risoluzione é innanzitutto il riconoscimento di quello che molti cittadini, gli ambientalisti e i Verdi europei dicono da anni : l'emergenza rifiuti non si risolve puntando tutto sull'incenerimento e discariche spesso mal fatte, violando sistematicamente le leggi e chiamando l'esercito a reprimere l'opposizione dei cittadini alla devastazione del loro territorio. L'unica soluzione é quella di prevedere un ciclo che dia la priorità a impianti e finanziamenti sufficienti per la riduzione dei rifiuti, l'organizzazione del riciclaggio e della raccolta differenziata e l'avvio di una seria azione di bonifica dei moltissimi siti contaminati, Chiaiano, Acerra, Cava Sari tra gli altri. Purtroppo, sembra che le autorità italiane non l'abbiano ancora capito. Eppure, come ben dimostra l'azione del Wwf, é perfettamente possibile organizzare anche a Napoli un efficiente sistema di gestione dei rifiuti. In Campania, con la scusa dell'emergenza si sono violate tutte le normative europee e nazionali, dalla valutazione di impatto ambientale, alle norme di sicurezza sulle discariche e gli inceneritori, agli obblighi di informazione dei cittadini e al loro diritto alla salute ; si sono sprecati fiumi di denaro pubblico e non si é risolto nulla. E' questa situazione che ha permesso che la gestione dei rifiuti diventasse un affare milionario per la camorra e per un'amministrazione corrotta».

I Verdi europei sottolineano che «A un anno dalla condanna della Corte di Giustizia, non esiste ancora un piano di gestione dei rifiuti approvato e pubblico. Il PE chiede perciò alla Commissione europea di rendere nota la bozza inviata dal governo italiano e di cui nessuno sa nulla e di reagire rapidamente con una nuova procedura di infrazione secondo l'art. 260 se questa situazione di stallo dovesse continuare. I recenti arresti e le responsabilità accertate del Commissario Bertolaso e del suo staff dimostrano anche che la Commissione aveva visto giusto quando nel 2007 aveva deciso di sospendere l'erogazione di fondi europei alla Campania».

La Auken e la Frassoni concludono. «Noi vogliamo che l'Unione europea contribuisca finanziariamente a risolvere l'eterna emergenza rifiuti in Campania e i fondi siano sbloccati, ma siamo assolutamente convinte che prima sia necessario l'impegno concreto e verificabile da parte delle autorità uscire dalla logica ancora oggi prevalente inceneritori-discariche e avviare una seria azione di bonifica e di riorganizzazione completa della gestione dei rifiuti ; e i cittadini devono essere informati e coinvolti, perché é con loro e non contro di loro che anche la provincia di Napoli potrà superare questa avvilente situazione. Siamo consapevoli della fiducia che i cittadini campani ripongono nel Parlamento e nella Commissione europee, che sono emerse come l'unico spazio istituzionale di ascolto delle loro istanze e continueremo a seguire da vicino gli sviluppi della situazione. Questa é la dimostrazione che l'Europa può essere utile e vicina ai suoi cittadini»

Fonte: greenreport

giovedì, gennaio 27, 2011

Relazione Commissione Ue 19 gennaio 2011 Rapporto sulla strategia tematica in materia di prevenzione e riciclaggio di rifiuti - Testo in inglese

REPORT FROM THE COMMISSION TO THE EUROPEAN PARLIAMENT, THE COUNCIL, THE EUROPEAN ECONOMIC AND SOCIAL COMMITTEE AND THE COMMITTEE OF THE REGIONS
on the Thematic Strategy on the Prevention and Recycling of Waste


Vi invito a scaricare la Relazione della Commissione Ue del 19 gennaio 2011 "Rapporto sulla strategia tematica in materia di prevenzione e riciclaggio di rifiuti" - Testo in inglese

Scarica il "Report on the Thematic Strategy on the Prevention and Recycling of Waste"

giovedì, gennaio 20, 2011

Prevenzione e riciclaggio dei rifiuti: la relazione dell'Ue sulla strategia tematica

di Eleonora Santucci tratto da greenreport

La strategia europea tematica sulla prevenzione e il riciclaggio dei rifiuti adottata nel 2005, stabilisce per l'Ue un obiettivo di lungo termine, cioè diventare una società fondata sul riciclaggio, che cerca di evitare la produzione di rifiuti e utilizza i rifiuti come risorsa. (Non a caso la strategia descrive le principali iniziative finalizzate ad aggiornare il quadro normativo in vigore e a promuovere la prevenzione, il riutilizzo e il riciclaggio dei rifiuti, lasciando lo smaltimento come ultima opzione).

Ma, nonostante siano stati compiuti progressi significativi su diversi fronti, siano migliorati i tassi di riciclaggio, siano diminuiti i conferimenti in discarica e siano stati ridotti gli usi di sostanze pericolose in alcuni flussi di rifiuti, la produzione di rifiuti è in aumento perché i consumi aumentano.

Lo afferma la Commissione europea nella sua relazione (inviata al parlamento europeo, al consiglio, al comitato economico e sociale europeo e al comitato delle regioni) sulla strategia tematica sulla prevenzione e il riciclaggio dei rifiuti. Una relazione che esamina i progressi compiuti verso la realizzazione degli obiettivi della strategia, che sottolinea che cosa può essere ancora fatto per affrontare la situazione.

La Commissione suggerisce di adottare nuove iniziative, anche complementari, perché in loro assenza verrà persa l'opportunità di ridurre le emissioni di gas a effetto serra e l'impatto ambientale in generale, di creare posti di lavoro e di soddisfare la futura domanda di risorse.

Segnala la necessità di compiere sforzi continui per migliorare la base di conoscenze sia dal punto di vista degli indicatori (nuovi indicatori per valutare i progressi verso una società fondata sul riciclaggio e per elaborare una mappa dei flussi di rifiuti e materiali e dei flussi di risorse) sia dal punto di vista delle informazioni (migliori informazioni e previsioni delle ripercussioni sull'ambiente e sulla salute delle politiche in materia di rifiuti basate sul ciclo di vita, con particolare riguardo per le politiche riguardanti le risorse e il clima).

Raccomanda la corretta attuazione e applicazione della direttiva quadro sui rifiuti e del regolamento sulle spedizioni di rifiuti. A tal proposito, sarà elaborata una procedura di verifica proattiva, associata a un sistema di allarme rapido che garantisca il rispetto degli obiettivi fondamentali dell'Ue, sulla base dei piani nazionali di gestione dei rifiuti. E inoltre, la Commissione adotterà misure volte a sostenere maggiormente le politiche nazionali di prevenzione dei rifiuti, compresa la riduzione dei rifiuti organici e dei rifiuti alimentari.

Inoltre la Commissione parla della necessaria promozione di una combinazione ottimale di strumenti economici e normativi (in particolare introducendo divieti di smaltimento in discarica e applicando il concetto di responsabilità del produttore ad altri flussi di rifiuti, sulla base di un approccio comune europeo) e del rafforzamento della competitività delle industrie del riciclaggio dell'Ue ai fini della creazione di posti di lavoro .

La Commissione studierà inoltre come migliorare le attività di prevenzione dell'esportazione illegale di rifiuti e come garantire che i rifiuti esportati verso paesi terzi siano trattati in impianti che rispondano a criteri rigorosi, soprattutto per quanto riguarda la demolizione delle navi.

E non dimentica di trattare la coerenza tra le politiche in materia di rifiuti e di progettazione dei prodotti, incluso l'esame di norme riguardanti l'incorporazione di un contenuto minimo di materiali riciclati nei prodotti prioritari, la riciclabilità e la durata dei prodotti e la riduzione dell'impiego di sostanze pericolose.

Dato che le politiche in materia di rifiuti possono contribuire allo sviluppo dei mercati delle materie prime secondarie e rafforzarne l'offerta nell'UE, migliorando così l'efficienza nell'impiego delle risorse dell'economia dell'Unione, l'Ue si ripropone di studiare nuovi meccanismi di mercato in grado di favorire le materie prime secondarie (compresi gli incentivi economici, in particolare per tenere conto in modo più adeguato del significativo potenziale offerto dal riciclaggio per quanto riguarda la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra)

La titolarita' delle funzioni nella gestione del ciclo dei rifiuti

Roma, 25 gennaio 2011
Avvocatura Generale dello Stato - Sala Vanvitelli
(Via dei Portoghesi, 12)

Al convegno sono previsti interventi di Avvocati dello Stato, rappresentanti dell’Autorità Garante per la Concorrenza ed il Mercato e di docenti di diritto costituzionale che si confronteranno su un tema di grande attualità che coinvolge uno degli aspetti più delicati del governo dei rifiuti.

Per partecipare è necessario compilare il modulo di iscrizione cliccando qui entro e non oltre il 24 gennaio p.v.

Programma
ore 9.30 Registrazione dei partecipanti
ore 10.00 Aprono i lavori

Ignazio Francesco Caramazza - Avvocato Generale dello Stato
Daniele Clarke - Vice Presidente Federambiente e Presidente AMA Spa

Processi industriali e criticità giuridiche

Filippo Brandolini - Vice Presidente Federambiente e Presidente Hera Ambiente Spa

modera

Sergio Galimberti
- Vice Presidente Federambiente e Presidente AMSA Spa

intervengono

Federico Sorrentino - Professore Ordinario di Diritto Costituzionale Università degli Studi di Roma “Sapienza”
Giuseppe Fiengo - Avvocato dello Stato
Italo Volpe - Ministero dell'Economia e delle Finanze, Capo Ufficio legislativo Finanze
Sergio De Felice - Consigliere di Stato
Antonio Catricalà - Presidente Autorità Garantedella Concorrenza e del Mercato

conclusioni

Daniele Fortini
- Presidente Federambiente

ore 12.30 Sessione riservata ai Delegati

mercoledì, gennaio 19, 2011

7.500 ton di plastica dagli elettrodomestici


Il Consorzio Italiano di Recupero e Riciclaggio degli Elettrodomestici (Ecodom) ha trattato nel 2010 poco meno di 90mila tonnellate tonnellate tra frigoriferi, condizionatori, scalda-acqua, lavatrici, lavastoviglie, forni e cappe, pari a oltre il 36% di tutti i RAEE (Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche) gestiti sull’intero territorio nazionale. Rispetto al 2009 si tratta di un incremento del 17%.

Dagli elettrodomestici a fine vita il consorzio ha recuperato circa 7.500 tonnellate di materie plastiche, oltre a 58mila ton di ferro, 1.600 ton di rame e 2.900 ton di alluminio. Secondo i dati elaborati da Ecodom, utilizzare le materie seconde ottenute dal riciclo di 89.100 tonnellate di RAEE comporta un risparmio energetico di circa 181 milioni di kWh rispetto a quanto occorrerebbe per ottenere le stesse quantità di materie prime “vergini”.

“Siamo molto soddisfatti dei risultati operativi del 2010 – ha dichiarato Giorgio Arienti, Direttore Generale di Ecodom – Questi risultati sono certamente frutto della collaborazione tra il Consorzio, i Comuni, gli Enti che effettuano la raccolta e gli impianti specializzati nel trattamento dei RAEE, ma soprattutto sono merito dei cittadini italiani, che stanno diventando sempre più consapevoli dell’importanza del riciclo dei rifiuti elettrici ed elettronici”.

Fonte: Polimerica

martedì, gennaio 18, 2011

Batterie e relativi rifiuti, upgrade Dlgs 188/2008 in arrivo

a cura di "Redazione Reteambiente"

Comunicazione annuale alle Camere di Commercio dei dati relativi alle batterie messe in commercio per i produttori, obbligo di iscrizione presso i medesimi uffici per i sistemi di gestione dei relativi rifiuti.

Questi gli adempimenti previsti dallo schema di decreto legislativo di revisione del Dlgs 188/2008 approvato in via preliminare dal Consiglio dei Ministri il 13 dicembre 2010 ed ora al vaglio delle competenti commissioni parlamentari per il necessario parere.

Il decreto in corso di approvazione inserisce nel Dlgs 188/2008 anche la deroga di matrice comunitaria (ex direttiva 2008/103/Ce) che consente di continuare commercializzazione delle batterie non più rispondenti ai requisiti della direttiva 2006/66/Ce immesse sul mercato prima del 18 dicembre 2008.

Fonte: reteambiente.it

Sistri, è proroga al giugno 2011

di Vincenzo Dragani - reteambiente.it

Slitta al 1° giugno 2011 l'inizio dell’effettiva operatività del Sistri. È quanto prevede il nuovo Dm Ambiente 22 dicembre 2010, pubblicato sulla Gu del 28 dicembre 2010 ed in vigore dal medesimo giorno.

Il nuovo decreto ha sancito lo spostamento al 31 maggio 2011 dell’obbligo previsto dal Dm Ambiente 17 dicembre 2009 di continuare a usare registri e formulari cartacei ex Dlgs 152/2006, allungando così il periodo di transizione dal vecchio (e cartaceo) regime al nuovo (e dematerializzato) sistema di tracciamento telematico della gestione dei rifiuti.

Il Dm Ambiente 22 dicembre 2010 ha inoltre stabilito lo spostamento del termine ultimo (in scadenza il 31 dicembre 2010) per la dichiarazione che produttori, smaltitori e recuperatori di rifiuti devono inviare al MinAmbiente in relazione ai rifiuti gestiti "ante Sistri", rinviando tale scadenza al 30 aprile 2011 per le informazioni relative all'anno 2010 ed al 31 dicembre 2011 per le informazioni relative al 2011

Fonte: reteambiente.it

mercoledì, gennaio 12, 2011

La prevenzione della produzione dei rifiuti nel nuovo codice ambientale

di Eleonora Santucci
tratto da greenreport.it

Il Dlgs 205/2010 che recepisce la Direttiva europea 2008/98 e modifica la parte IV del cosiddetto Testo unico ambientale (Dlgs 152/06) introduce una serie di novità che riguardano la gerarchia della gestione dei rifiuti. Una gerarchia che se pur riconfermata, nel'individuare nell'ordine la prevenzione, riciclo, recupero e smaltimento viene innovata con l'inserimento del principio del "ciclo di vita" dei rifiuti che rende possibile in certi casi, discostarsi dall'ordine di priorità. Le novità riguardano anche l'introduzione della definizione di preparazione al riutilizzo e la previsione di nuove disposizioni che riguardano direttamente il principio di prevenzione (primo "step" della gerarchia).

Una corretta gestione dei rifiuti dovrebbe, infatti, passare in primo luogo attraverso la politica di prevenzione della produzione dei rifiuti, in secondo luogo attraverso la preparazione per riutilizzo (ossia le "operazioni di controllo, pulizia, smontaggio e riparazione attraverso cui i prodotti o i componenti di prodotti diventati rifiuti sono preparati in modo da poter essere reimpiegati senza altro pretrattamento"), in terzo attraverso il riciclaggio (ossia "qualsiasi operazione di recupero attraverso cui i rifiuti sono trattati per ottenere prodotti, materiali o sostanze da utilizzare per la loro funzione originaria o per altri fini."), in quarto attraverso il recupero di altro tipo, per esempio il recupero di energia ed in ultima istanza attraverso lo smaltimento.

Per quanto riguarda la prevenzione della produzione dei rifiuti il legislatore oltre a introdurre il programma nazionale di prevenzione che deve essere varato e adottato dal Ministero dell'ambiente entro il dicembre 2013 (che a ben vedere rischia di essere un "libro dei sogni" colmo di buoni principi senza riscontro pratico) punta il dito sulla prevenzione quantitativa e qualitativa affermando e chiamando in causa la responsabilità del produttore.

Inserisce quindi un nuovo articolo "Responsabilità estesa dei produttori" (articolo 178-bis) con l'intento di rafforzare la prevenzione e facilitare l'utilizzo efficiente delle risorse durante l'intero ciclo di vita comprese le fasi di riutilizzo, riciclaggio e recupero dei rifiuti, evitando di compromettere la libera circolazione delle merci sul mercato.

Prevede inoltre la possibilità da parte del Ministero dell'Ambiente di poter adottare - con uno o più decreti aventi natura regolamentare - le modalità e i criteri di introduzione della responsabilità estesa del produttore del prodotto. Il produttore è inteso come "qualsiasi persona fisica o giuridica che professionalmente sviluppi, fabbrichi, trasformi, tratti, venda o importi prodotti, nell'organizzazione del sistema di gestione dei rifiuti, e nell'accettazione dei prodotti restituiti e dei rifiuti che restano dopo il loro utilizzo".

Ai medesimi fini potranno anche essere adottate - con uno o più decreti del Ministro dell'Ambiente con il Ministero dello Sviluppo Economico - le modalità e i criteri di gestione dei rifiuti e della relativa responsabilità finanziaria dei produttori del prodotto. Potranno essere indicate le modalità di pubblicizzazione delle informazioni relative alla misura in cui il prodotto è riutilizzabile e riciclabile; i criteri della progettazione dei prodotti volta a ridurre i loro impatti ambientali e a diminuire o eliminare i rifiuti durante la produzione e il successivo utilizzo dei prodotti.

Così come potranno essere enunciati i criteri volti a favorire e incoraggiare lo sviluppo, la produzione e la commercializzazione di prodotti adatti all'uso multiplo, tecnicamente durevoli, e che, dopo essere diventati rifiuti, sono adatti a un recupero adeguato e sicuro e a uno smaltimento compatibile con l'ambiente.

In definitiva la nuova disposizione risulta quasi una petizione di principio che coinvolge gli stessi produttori e tutto il mondo industriale, che non sembrano ancora così pronti a scommettere fermamente su innovazione tecnologica di processo e di prodotto e che nei fatti sono invitati ma non obbligati a farlo da queste norme. Una progettazione ecosostenibile che introduce criteri e tecnologie nell'intento di migliorare le prestazioni ambientali nel corso dell'intero ciclo di vita di un prodotto che va dalla limitazione del consumo o la sostituzione di materie prime in fase di costruzione, al pensare ad un suo più facile smontaggio e riciclo fino allo smaltimento del prodotto, andrebbe quantomeno incentivata. Mentre non si intravedono strumenti in tal senso nel testo in esame e per questo il rischio è quello di incontrare la classica e consueta resistenza da parte del sistema introduttivo.

Del resto l'integrazione degli aspetti ambientali nelle caratteristiche del prodotto sin dalla loro concezione si riallaccia da un lato agli sviluppi della politica integrata relativa ai prodotti e dall'altro alle tre dimensioni economica, sociale e ambientale, della sostenibilità dei prodotti. Cosa che in Italia sembra un po' mancare.

Potremmo dunque definire il nuovo articolo come un compromesso fra il libero mercato e l'ambiente. Dove però quando il mercato è in difficoltà e l'economia vacilla, l'ambiente soccombe

Piatti e bicchieri monouso in plastica: parte la raccolta differenziata

Fonte Corepla "E' definitivamente confermata l'estensione della raccolta differenziata ai piatti e ai bicchieri monouso in p...