venerdì, marzo 05, 2010

RAEE: Revisione della direttiva 2002/96/CE: le osservazioni e le critiche di ANIE

La proposta della Commissione Europea (3 dicembre 2008)

La revisione della Direttiva 2002/96/CE sui Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche (RAEE), prevista dall’articolo 17 comma 5 della medesima, ha avuto inizio con l’adozione da parte della Commissione Europea di una proposta di modifica, in data 3 dicembre 2008, presentata al Consiglio dell’Unione Europea e al Parlamento Europeo.

Il testo proposto dalla Commissione introduce numerose novità; per quanto riguarda l’ambito di applicazione della Direttiva, la Commissione istituisce una dipendenza dalla Direttiva 2002/95/CE sulla restrizione all’uso di alcune sostanze pericolose nelle apparecchiature elettriche ed elettroniche (Direttiva RoHS), spostando gli allegati IA e IB (in cui sono elencate le 10 categorie di AEE) dal testo della RAEE al testo della RoHS; sarebbero escluse dall’ambito di applicazione della RAEE gli apparecchi che non vengono immessi sul mercato come singole unità funzionali e commerciali, le lampade a incandescenza, i dispositivi medici impiantati e infettati; si dice infine che i RAEE dovrebbero essere classificati in base alla loro provenienza (domestici o non domestici).

Il concetto di riuso

Le definizioni vengono fornite in conformità alla nuova direttiva quadro in materia di rifiuti 2008/98/CE. Sembra opportuno in questa sede soffermarsi sul concetto di “riuso” definito come qualsiasi operazione mediante la quale prodotti o componenti che non sono rifiuti sono impiegati per la stessa finalità per la quale erano stati concepiti; la “preparazione per il riuso” invece verrebbe definita come quella serie di operazioni mediante le quali prodotti o componenti di prodotti diventati rifiuti sono preparati in modo da poter essere reimpiegati; anche la definizione di produttore presenta un’importante innovazione: al terzo punto si dice che è produttore colui che è stabilito nella Comunità e immette nel mercato comunitario AEE provenienti da un paese terzo nell’ambito di un’attività professionale.

Le modifiche più importanti nel testo della Commissione sono quelle relative al tasso di raccolta separata e al finanziamento dei costi di gestione dei RAEE provenienti dai nuclei domestici. Si impone agli Stati Membri di garantire che i produttori raggiungano un tasso di raccolta separata dei RAEE pari al 65% entro il 31/12/2012, calcolato in base al peso dei RAEE raccolti in un dato anno, come percentuale del peso medio delle AEE immesse sul mercato nei due anni precedenti in un dato Stato Membro; vengono inoltre fissati gli obiettivi di recupero e di preparazione per il riutilizzo per ciascuna delle 10 categorie. Per quanto riguarda il finanziamento dei RAEE dai nuclei domestici, gli Stati Membri dovrebbero incoraggiare il fatto che ai produttori spetterebbe la responsabilità piena del finanziamento dei costi derivanti dalla gestione dei RAEE, relativamente a ciascuna fase del loro ciclo di vita, vale a dire anche dalla raccolta dalla casa privata. La Commissione lascia la possibilità ai produttori di indicare agli utenti, al momento della vendita di nuovi prodotti, i costi derivanti dalla gestione dei RAEE.

Registro europeo di produttori

Gli Stati Membri dovrebbero redigere un registro di produttori di AEE al fine di verificare il compimento degli obblighi finanziari su loro ricadenti; nel registro, i produttori inseriranno tutte le informazioni pertinenti, anche al fine di rendere conto della propria attività in tutti gli altri Stati Membri; viene sancita la necessità di un’inter-operabilità dei registri a livello europeo, perché si possano scambiare le informazioni, anche quelle relative alle quantità immesse sul mercato ed ai trasferimenti di denaro in relazione a trasferimenti intracomunitari di prodotti o di RAEE.

La posizione di ANIE

ANIE Federazione, aderente a Confindustria, rappresenta le imprese elettrotecniche ed elettroniche che operano in Italia. Si tratta di un settore altamente tecnologico e fortemente globalizzato, che investe ingenti risorse in ricerca e sviluppo. Con le 11 Associazioni che la compongono, ANIE riunisce comparti strategici che danno un importante ausilio alla crescita del sistema-Paese e al suo successo sui mercati internazionali.

ANIE Federazione cerca il sostegno dei legislatori europei per i seguenti argomenti relativamente alla proposta della Commissione di revisione della Direttiva 2002/96/CE sui Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche (RAEE):

Assenza di trasparenza: nonostante la consultazione di alcuni stakeholder anteriormente all’estate del 2008, la Commissione non ha discusso con essi le scelte effettuate per la proposta finale. La Commissione inoltre non fornisce né dati oggettivamente riscontrabili, né una relazione sull’implementazione, né i propri studi preparatori, a sostegno della proposta finale, con cui motiverebbe il bisogno di modifiche fondamentali nella Direttiva, per esempio relativamente al finanziamento o alla raccolta. Di conseguenza ANIE ritiene che le proposte risultino totalmente inadeguate e conta sul Parlamento Europeo e sul Consiglio per il raggiungimento di una soluzione realizzabile.

I produttori di apparecchiature elettriche ed elettroniche sono totalmente impegnati nel raggiungimento degli obiettivi della Direttiva RAEE: i produttori si sono seriamente fatti carico delle proprie responsabilità ed hanno guidato un’implementazione efficiente della direttiva attualmente in vigore, atteggiamento che intendono portare avanti anche negli sviluppi futuri. I produttori sono totalmente intenzionati a trattare il 100% dei RAEE di loro competenza in accordo con quanto prescritto dalla Direttiva RAEE.

ANIE inoltre riconosce gli argomenti della Commissione nell’ambito della gestione dei RAEE e in particolare in relazione ad alcune tematiche come:
  • evitare trattamenti impropri dei RAEE all’interno dell’UE ed esportazioni illegali all’esterno della comunità;
  • ridurre il peso amministrativo ed i costi senza abbassare il livello di protezione ambientale;
  • meglio armonizzare e chiarire la Direttiva (registro, relazioni, ambito di applicazione);
  • portare tutti i RAEE raccolti e trattati all’interno dei flussi ufficiali;
  • assicurare una gestione efficiente di materie prime seconde e delle risorse
L’industria, tuttavia, non concorda con le soluzioni proposte dalla Commissione, ritenendo che queste non risolvano i problemi individuati per i RAEE, e nello specifico: la proposta di incoraggiare i produttori a finanziare tutti i costi che si verificano per le strutture di raccolta non risulta appropriata né dal punto di vista pratico, né dal punto di vista legislativo, come modo di combattere i trattamenti impropri all’interno dell’Unione Europea e le spedizioni transfrontaliere di RAEE all’esterno dell’UE (le cosiddette perdite).

Ciò risulta evidente per le seguenti ragioni:

o Il consumatore è libero di scegliere se restituire RAEE o se tenerli per qualsiasi altra finalità; i consumatori sono anche liberi di scegliere il soggetto cui consegnare ciascuno dei loro RAEE (sia esso una municipalizzata, uno smaltitore, ecc...)
  • Vi sono anche la grande distribuzione, i piccoli commercianti, le municipalizzate, i manutentori che raccolgono RAEE, che sono liberi di scegliere a chi consegnare o vendere come apparecchiature usate i RAE, non avendo questi soggetti, per contro, alcun obbligo di effettuare una relazione sulle loro attività di raccolta di RAEE.
  • Attualmente le autorità, nonostante i loro poteri effettivi di attuazione, non sono riuscite a rendere responsabili di restituire nei flussi ufficiali o riferire sui RAEE in loro possesso, soggetti diversi dai produttori, come non sono riuscite a controllare efficacemente i porti comunitari di esportazione.
  • I consumatori già pagano le municipalizzate per la raccolta dei propri rifiuti domestici mediante le tasse locali, che verosimilmente non diminuirebbero.
Mettere in pratica la Direttiva RAEE risulta essere un processo complesso che non può essere rivolto esclusivamente ai produttori, ma che coinvolge molti altri attori, ciascuno dei quali ha la propria responsabilità negli effetti della gestione dei RAEE - si considerino i produttori, gli importatori, la distribuzione, i piccoli commercianti, i manutentori, le municipalizzate, i riciclatori, i sistemi collettivi, le autorità di controllo ed infine i consumatori.

Pertanto i produttori non possono accettare una proposta che fornisce un assegno in bianco per il finanziamento dei costi che si presentano alle strutture di raccolta, senza che vi sia:
  • indicazione esplicita del diritto per i produttori di organizzare anche fisicamente la raccolta
  • l’obbligo per tutti gli altri attori di far ritornare i rifiuti all’interno dei canali ufficiali dei RAEE.
La proposta che i produttori debbano essere responsabili in futuro del raggiungimento di un nuovo tasso di raccolta del 65% basato sui volumi di vendita è del tutto irrealistica ed al di là degli obiettivi ambientali della Direttiva RAEE:
  • attualmente le autorità nazionali, che sono in possesso dei mezzi di far applicare la legge, sono lontane dal raggiungere una tale percentuale di raccolta dei RAEE. In assenza di regole per soggetti diversi dai produttori (in particolare distribuzione, manutenzione ed altri soggetti che effettuano la raccolta), non si capisce come questi ultimi possano fare più di quanto riescano a fare attualmente le autorità.
  • Non esistono misure di salvaguardia per i produttori al fine di evitare speculazioni sui prezzi in un contesto in cui su di essi ricada l’obbligo di raggiungere tale tasso di raccolta, senza avere alcun controllo sui costi associati.
  • Infine, un tasso di raccolta calcolato sulla base dei volumi di vendita di nuovi prodotti non solo trascura le reali condizioni del mercato, ma rischia anche di portare ad effetti sull’ambiente indesiderati: il tasso di raccolta proposto significa che tanto minore la quantità di nuovi prodotti immessi sul mercato da un produttore, tanto minore la quantità di rifiuti che sarebbe obbligato a raccogliere. Ciò sarebbe valido anche se le apparecchiature precedenti fossero più pesanti delle nuove.
ANIE accoglie la proposta di un miglioramento della gestione dei registri nazionali mediante dati e procedure di comunicazione armonizzate in tutta l’UE. Tuttavia tale proposta può essere efficace solo se l’ambito di applicazione della Direttiva è completamente armonizzato nell’Unione Europea, circostanza non contemplata dalla proposta in questione, che continua a ritenere il campo di applicazione basato sull’art. 175 del Trattato. Uno spostamento degli allegati alla Direttiva RAEE nella Direttiva RoHS non risolverebbe tale situazione; ANIE sostiene un ambito di applicazione totalmente armonizzato che sia definito all’interno della medesima Direttiva RAEE, senza che si venga a creare una sovrapposizione, a causa di rimandi interni o di riferimenti, con la Direttiva RoHS, così come ritiene che l’ambito di applicazione della Direttiva RoHS debba essere definito nel testo della Direttiva RoHS medesima, senza rimandi o sovrapposizioni con la RAEE.

La legislazione può essere efficace soltanto se i suoi provvedimenti sono ben definiti, applicabili ed implementati dagli Stati Membri. Alcuni provvedimenti nella proposta sembrano trascurare il fatto che l’applicazione è una competenza degli Stati Membri, che , qualora venissero adottati, indebolirebbero l’efficienza della Direttiva.

In conclusione, ANIE lamenta che la Commissione non abbia ritenuto opportuno presentare una proposta che riconoscesse gli enormi sforzi dell’industria per istituire uno schema efficiente di gestione dei RAEE in tempi record e che riflettesse oggettivamente la gestione dei RAEE come un processo cui partecipa una pluralità di soggetti, che può funzionare a beneficio dell’ambiente, del consumatore e dell’industria soltanto se assegna sia i giusti obbiettivi, sia i giusti strumenti. Con l’attuale proposta non si verificano queste due ultime condizioni. ANIE auspica di poter contribuire nelle discussioni in futuro e di fornire proposte alternative che possano aiutare a migliorare il livello di protezione dell’ambiente, evitando, allo stesso tempo, modifiche sostanziali non necessarie nelle strutture ufficiali esistenti di gestione dei RAEE e funzionanti con successo; tali modifiche apporterebbero esclusivamente oneri amministrativi addizionali e moltiplicherebbero i costi per i medesimi servizi che alla fine ricadrebbero sul consumatore.

Recenti sviluppi

Le elezioni del nuovo Parlamento Europeo dello scorso giugno 2009, hanno notevolmente rallentato le normali tempistiche del processo legislativo di codecisione, avviato dall’adozione della proposta della Commissione Europea.

I primi documenti ufficiali del Consiglio sono circolati lo scorso dicembre 2009, mentre recentissima è la bozza di relazione del relatore Karl Heinz Florenz in Commissione Ambiente del Parlamento Europeo sulla RAEE, pubblicata lo scorso 18 febbraio 2010.

Per quanto riguarda l’ambito di applicazione della Direttiva, gli orientamenti del Consiglio e del Parlamento, rispetto al testo della Commissione sembrano andare verso l’estensione totale (“open scope”), con una lista negativa di esclusioni da stabilirsi mediante procedura di comitatologia; ANIE federazione è estremamente contraria ad un tale ampliamento che costituirebbe un passo indietro per quanto riguarda la semplificazione, sia in termini di chiarezza che di certezza legislativa. In particolare ANIE a questo stato dei lavori non può accettare la proposta dell’open scope, soprattutto alla luce dell’assenza di un’adeguata valutazione degli impatti di una modifica di tale portata.

Dott.ssa Daniela Capaccioli – Responsabile Servizio Centrale Ambiente ANIE
Ing. Pier Paolo Kamidis – Servizio Centrale Ambiente ANIE

Fonte Eco Community

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