giovedì, febbraio 04, 2010

Il 2010: un anno di importanti scadenze normative per il sistema Raee


Intervista a Paola Ficco, Responsabile Attività legislativa – Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile – Susdef

Cosa fa del 2010 un anno cruciale per il sistema Raee nazionale? e quali sono a suo parere i passaggi normativi più rilevanti?

Il Governo deve recepire una direttiva comunitaria sui rifiuti – la Direttiva CE/98/2008 – entro il 12 dicembre 2010 ed inevitabilmente questi aspetti, certamente di carattere generale, interesseranno da vicino il sistema Raee.

Ciò nondimeno, a mio parere, anche il decreto legislativo 151/2005, relativo nello specifico ai Raee, deve subire una sorta di revisione – certamente non integrale, ma significativa – anche in considerazione della nuova direttiva sui Raee, ormai sul punto di ultimazione.

Sotto il profilo legislativo più ampio e in generale, non sfugge agli interpreti del settore una definizione oltremodo importante contenuta all’interno della direttiva sui rifiuti – la 2008/98 cui accennavo – cui si legano aspetti di un certo rilievo: la definizione di “Preparazione per il riutilizzo”. In linea teorica ed astratta, tale definizione e tale principio sono destinati a favorire il riutilizzo, poiché la direttiva è finalizzata a creare una grande società del riciclaggio – fermo restando che “riutilizzo” e “riciclaggio” sono due concetti nettamente diversi – con l’obiettivo di ridurre la quantità di rifiuti che vengono prodotti.

A mio avviso, tuttavia, questa definizione reintroduce il concetto di “AEE usate” che, come noto, già contenuta all’interno del decreto Raee (151/2005), portò ad una procedura di infrazione da parte dell’Unione Europea, in seguito alla quale si è proceduto alla sua soppressione.

Ora questa definizione, o meglio questo concetto, ritorna attraverso la direttiva “madre” sui rifiuti e, se non sarà trattata nell’ambito di un sistema legislativo oltremodo oculato, con paletti importanti, si corre il rischio di aprire le frontiere nazionali a delle “emorragie” di materiali, che in linea pratica sono “rifiuti”, ma sono mascherati da “non rifiuti”. Il nostro legislatore dovrà, quindi, essere molto accorto nell’attuare questo passaggio della direttiva comunitaria.

Quali altri effetti diretti deriveranno da tale nuovo quadro normativo?

Sul fronte Raee, certamente la direttiva comunitaria 2008/98 che il Governo italiano deve recepire sui rifiuti nella loro generalità porterà anche ad una semplificazione per quanto riguarda gli stoccaggi.

Il preambolo alla direttiva comunitaria prevede che alcune tipologie di rifiuti che provengono da flussi importanti e depositati presso la distribuzione possano non soggiacere al regime autorizzatorio per lo stoccaggio; si tratta di un aspetto molto importante e mi auguro che sia riproposto all’interno del decreto legislativo di recepimento.

Ancora, sul fronte Raee si è in attesa del decreto sulla semplificazione, il cosiddetto “one to one”, che riguarda soprattutto i sistemi della distribuzione, presso i quali il cittadino, l’utente domestico, potrà portare il suo Raee scambiandolo con un AEE. Un decreto che, semplificando gli oneri e gli obblighi posti a carico del commerciante, dovrebbe favorire la raccolta e quindi la captazione da parte dei sistemi collettivi.

Si tratta di un decreto atteso ormai da tempo e molto importante, che, insieme a quello sull’assimilazione dei rifiuti speciali ai rifiuti urbani, avrebbero dovuto trovare la priorità sull’agenda governativa al posto di un sistema ancora pieno di falle e di buchi e francamente non intellegibile come il Sistri.

Possiamo dire, a suo avviso, che la logica dell’”1 contro 1” costituisce una rivoluzione nella gestione dei rifiuti?

Si, rivoluziona l’assetto generale, soprattutto sotto il profilo culturale – non dimentichiamo che l’ambiente è un fatto di cultura, è inutile fare leggi se poi le persone non scelgono di tutelare l’ambiente – quindi, sotto questo profilo, è molto importante, perché chiama in causa i distributori, una categoria finora non coinvolta, esponendo questi soggetti alla dovuta responsabilità, ma con i dovuti distinguo tra un commerciante di Aee e una piattaforma di gestione dei Raee.

Cambia sostanzialmente il riferimento per il cittadino, poco invogliato dal ricorso alla sola isola ecologica…

Si, il cittadino è poco abituato al sistema delle responsabilità, vorrebbe trovare tutto sull’uscio di casa e non ha voglia di recarsi all’isola ecologica.

Io però non condivido l’approccio che dice che il cassonetto o l’isola ecologica debbano seguire il cittadino, io credo che sia l’esatto contrario: ciascuno di noi è responsabile delle condotte che pone in essere e non può scaricarle in modo indifferenziato sulla collettività. Quindi si tratta, di nuovo, di un fatto di cultura, di sensibilità, di voglia di percepire il sistema del vivere comune.

Ma poiché, come si dice, “se Maometto non va alla montagna, la montagna va a Maometto”… è ragionevole ritenere che, avendo il commerciante di AEE sotto casa, sarà più facile che si decida di portare lì il proprio Raee; condivido quindi la posizione che possa rappresentare una svolta importante.

Un insieme di cambiamenti che dovrà interessare anche le amministrazioni locali, che sono responsabili della raccolta dei Raee sui loro territori?


Il sistema Raee, come tutti i sistemi importanti e complessi, necessita sempre di qualche aggiustamento in corso d’opera, anche alla luce delle esperienze che poi la pratica quotidiana rivela.

Ciò è importante ovviamente per gli amministratori pubblici più che per i cittadini, per questo l’invito è quello di tenere sempre in costante monitoraggio i vari decreti legge “omnibus” che sistematicamente vengono approvati e varati e che, altrettanto sistematicamente, incidono sulla disciplina Raee.

Fonte: Consorzio Re.Media

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